Un addolcitore d’acqua non è una spesa!

Un impianto idraulico domestico con inserito , a monte , un Addolcitore d’acqua per abbattere il calcare nell’acqua potabile , permette un risparmio sempre quantificabile da parte dell’utente.
La qualità dell’acqua addolcita permetterà il buon funzionamento di tutte le apparecchiature che necessitano di acqua calda ( Caldaia – Lavatrice – Lavastoviglie – ecc) .

Meno manutenzione per pulizia o sostituzione di parti danneggiate dal calcare , certo …. ma sappiate che ad ogni mm di spessore per calcare sulla resistenza elettrica riscaldante presente negli Elettrodomestici , essa necessita di circa 1 grado centigrado in più per potersi riscaldare rispetto ad una resistenza pulita…. quindi risparmio di energia elettrica

E , aggiungiamo , con l’acqua correttamente addolcita vi accorgerete di quanto meno detersivo dovrete usare per tutti i lavaggi con Lavastoviglie e Lavatrice che effettuerete…

L’Addolcitore non è una spesa , è un intelligente investimento con importante ritorno economico

Il calcare

L’acqua che l’uomo preleva dalle falde o dalle sorgenti contiene disciolte sostanze di varia natura.
In particolare la presenza di bicarbonati di calcio e magnesio, in funzione della loro concentrazione e dell’uso cui l’acqua è destinata, può dare origine a seri inconvenienti.
Nell’acqua, i bicarbonati di calcio e magnesio (sostanze solubili) sono in equilibrio con i carbonati di calcio e magnesio e con l’anidride carbonica.
Un aumento della temperatura dell’acqua provoca il liberarsi di parte dell’anidride carbonica (che essendo un gas è
sempre meno solubile man mano che la temperatura aumenta), con conseguente sbilanciamento dell’equilibrio precedente. La reazione chimica fa si che per ripristinare l’equilibrio, altra anidride carbonica venga prodotta, trasformando pertanto i bicarbonati
di calcio e magnesio in carbonati di calcio e magnesio, sostanze poco solubili e che tendono a precipitare formando l’incrostazione chiamata “calcare”.
Questa  reazione avviene già a temperature relativamente basse; ad esempio, nel caso di acqua erogata a 10-15 °C, è sufficiente il riscaldamento fino a 30-35 °C, per innescare il processo di precipitazione calcarea.
I sali di calcio e magnesio sciolti nell’acqua ne costituiscono la “durezza”. Essa viene misurata in parti per milione (ppm) di carbonato di calcio; nell’uso più frequente si utilizza come unità di misura il grado francese (°Fr), dove 1°Fr. corrisponde a 10 ppm. di carbonato dì calcio.
Fra i vari metodi esistenti per eliminare calcio e magnesio dall’acqua , quello oggigiorno più diffuso è l’addolcimento con resine a scambio ionico.

Il caffè

Scegliere tra i chicchi di arabica o robusta può non essere così facile, soprattutto per i meno esperti di caffè. É usanza comune affermare che il caffè arabica sia “più buono” rispetto alla miscela robusta, in realtà le loro composizioni organolettiche sono semplicemente diverse, regalando alla vostra tazzina di caffè due aromi diversi. Provate a conoscerle meglio con la nostra mini-guida e potreste riscoprirvi amanti di arabica o robusta.

Origine
L’arabica è, tra le due, la specie più diffusa. Le sue piantagioni hanno bisogno di terreni ricchi di sali minerali – meglio se di origine vulcanica – tra i 600 e i 2.000 metri di altitudine per svilupparsi al meglio. Per questo il 70% dei chicchi di arabica vengono coltivati tra America centrale o del sud e l’Africa principalmente in Kenya ed Etiopia. Qui il terreno è ideale per la crescita delle piante di caffè arabica che necessita di piogge durante gran parte della sua fioritura. Le coltivazione dei chicchi di robusta invece sono più resistenti: crescono a 1000 metri sul livello del mare, in condizioni di elevata umidità. Anche in questo caso l’Africa è la culla perfetta per queste piante, ma i terreni migliori si trovano ad ovest, in Camerun e Costa d’Avorio, o in estremo oriente come in Vietnam ed Indonesia.

Aroma
I chicchi di arabica hanno una forma piatta ed allungata mentre i chicchi di robusta hanno una forma più arrotondata con un solco al centro leggermente obliquo rispetto all’asse centrale. Il contenuto di caffeina per l’arabica è variabile e si attesta tra lo 0,9% e l’1,7% mentre per robusta è molto più intenso e caratterizzante, con una percentuale che va tra l’1,6% per arrivare fino al 2,8%. Questi fattori incidono sul sapore: arabica ha inoltre una struttura molecolare complessa che si riflette anche al palato. Questa varietà è molto più delicata e, se ad un primo assaggio si percepisce l’amaro, subito dopo si riesca a sentire anche una leggera nota acidula. Rispetto a robusta ha più zuccheri al suo interno e questo, combinato al minor contenuto di caffeina, lo rende anche meno amaro. Robusta infatti ha un sapore più legnoso, astringente e corposo: sopporta meno facilmente le temperature elevate e la sua crema è più spessa, schiumosa e grigiastra. Il caffè ottenuto con i chicchi di robusta è decisamente più rotondo al palato e molto meno fine, caratteristica dovuta anche alla maggiore estrazione di sostanze vegetali. La crema dell’arabica invece è decisamente più sottile, di color rossiccio quasi testa di moro, e molto fitta e compatta.